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L'arma in più a centrocampo

Parma, speranza Keita: la rondine di Venezia farà primavera?

Parma, speranza Keita: la rondine di Venezia farà primavera?

di Vittorio Rotolo

12 Novembre 2024, 03:01

Dopo l'infortunio muscolare occorso a Bernabé, e con Hernani che si spera possa tornare disponibile dopo la sosta, il ventaglio di scelte a centrocampo per il Parma resta piuttosto limitato. Ma se non altro, da Venezia, al di là di tre punti buoni come il pane ottenuti - ed è la prima volta che accade in questa stagione - sul campo di una diretta concorrente nella corsa per non retrocedere, mister Pecchia è tornato con qualche certezza in più. Che riguarda appunto la zona nevralgica del campo. Perché la coppia formata da Mandela Keita e Simon Sohm ha funzionato a dovere. E perché anche Nahuel Estevez, quando è entrato, ha assicurato quel dinamismo necessario a contrastare il ritorno dei lagunari, proiettatisi alla ricerca del pari oggettivamente più con la forza della disperazione che con quella dose di lucidità che sarebbe servita. Problemi loro, non del Parma. Una volta tanto, va bene così.

Il redivido Keita

Lo abbiamo aspettato a lungo il belga, l'acquisto più costoso del mercato estivo crociato, il giocatore che avrebbe dovuto cambiare volto al centrocampo del Parma. Per capire se la rondine di Venezia farà primavera, prego mettersi comodi e aspettare quantomeno le prossime due-tre partite. Nell'ultima, però, è innegabile come l'ex Anversa sia piaciuto. Keita si è proposto con una certa regolarità, è apparso decisamente più mobile e nel vivo del gioco, dettando i tempi di una manovra che pur non risultando particolarmente brillante stavolta si è rivelata efficace.

A Venezia i 65' giocati hanno evidenziato come il classe 2002 stia pian piano cercando di scrollarsi di dosso l'etichetta dell'oggetto misterioso, alimentate dalle nubi addensatesi in questi suoi primi due mesi italiani.

Impatto disastroso

La prima uscita al Tardini, contro l'Udinese, era stata un disastro: 18' da subentrato e due cartellini gialli rimediati a stretto giro che lo avevano fatto finire anzitempo sotto la doccia. Col Cagliari, al rientro dopo la squalifica, Keita era rimasto a guardare gli altri dalla panchina, mentre a Bologna Pecchia gli aveva concesso giusto gli istanti finali.

Fiducia ritrovata

Il suo minutaggio è cresciuto nelle ultime settimane: 19' al Sinigaglia contro il Como, 35' in casa con l'Empoli. Poi la prima da titolare, in una partita di quelle toste, contro la Juventus: 45' caratterizzati da una prova al limite della sufficienza, ma con qualche segnale positivo. Contro il Genoa un nuovo passo indietro. Ancora titolare, ancora una sostituzione alla fine di un primo tempo dove Keita, al pari della squadra, non era riuscito a lasciare il segno. A Venezia a onor del vero il suo impiego dal primo minuto è stato dettato più dall'emergenza che dai meriti effettivi di un giocatore apparso in ombra appena cinque giorni prima. Ma chissà che questa prestazione, unita ad una positiva evoluzione del processo di ambientamento nel nuovo campionato, possa rappresentare un punto di svolta per il belga. Maggiormente responsabilizzato dall'assenza di Bernabé, Keita è chiamato a compiere (e a far compiere al Parma) il tanto agognato salto di qualità.

Vittorio Rotolo

© Riproduzione riservata

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