VIAGGI
Se Istanbul rappresenta il «ponte» ideale tra Europa e Asia, legando la Turchia al nostro continente, la Cappadocia, sull’altopiano anatolico, rappresenta, da sempre, il biglietto ideale per il viaggiatore alla ricerca di quel tocco magico che vorrebbe dal Paese dell’Asia minore in virtù del suo caratteristico paesaggio lunare, dei villaggi trogloditi e delle chiese rupestri, abitate un tempo da anacoreti che le arricchirono di affreschi.
Dimenticate l’antica Bisanzio, con i suoi ponti sul Bosforo, le sue moschee - tra cui anche la già basilica cristiana di Santa Sofia -, i suoi moderni grattacieli e lasciatevi cullare tra le meraviglie della valle di Göreme, nel cuore della Cappadocia.
Un viaggio nella storia per conoscere il cristianesimo dei primi secoli. I monasteri e le chiese rupestri che si trovano all’interno di questa valle rappresentano un unicum. Ricordiamo che le chiese e i monasteri della Cappadocia furono scavati in gran numero fin dal tempo di san Basilio da Cesarea, alle origini del monachesimo. I conventi - sarebbero circa centocinquanta - hanno la stessa pianta e le stesse caratteristiche architettoniche, dove è possibile vedere celle, refettori, dispense, e sorgono in genere vicini alle chiese. A proposito di quest’ultime, sono a navata unica con volta a botte.
Camminando in questa valle, come già abbiamo anticipato, dai contorni lunari, anche se risulta difficile isolarsi in mezzo a migliaia di turisti «armati» di smartphone e macchine fotografiche, alcune chiese rupestri balzano subito all’occhio, a cominciare dalla Chiesa della Fibbia, la più interessante e la più monumentale di tutta la valle.

Sulla volta e sulle pareti laterali possiamo ammirare affreschi risalenti al 963, che raffigurano la vita di Gesù oltre a episodi del Vangelo. Affascinante la Chiesa Oscura (Karanlik Kilise), integrata al vicino monastero rupestre, a cui si accede grazie ad una stretta scala: tra gli affreschi, all’interno, l’Annunciazione, il viaggio a Betlemme, la Natività, l’adorazione dei Magi, il battesimo nel Giordano, l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, l’arresto nel Getsemani, la Crocifissione e l’Ascensione. Stupisce il viaggiatore la conservazione degli smaglianti colori degli affreschi. Nel “percorso”, tappe anche alla Chiesa della Mela, a quella del Serpente, a quella dei Sandali e a quella dedicata a Santa Barbara.
Da un museo all’aperto, quello della valle di Göreme, a un altro, a Zelve. In un paesaggio meraviglioso, fiabesco, spuntano giganteschi rocciosi funghi, traforati da celle e cappelle: i «camini delle fate». Per descrivere queste formazioni tufacee gli aggettivi si sprecherebbero in quanto sono di una bellezza unica. In questo luogo, che difficilmente il viaggiatore dimenticherà, il vociare di tante lingue diverse toglie un po’ di quella magia ma non l’emozione, solo a pensare che un secolo fa, in quest’area, convivevano cristiani e musulmani, poi i primi furono espulsi e cominciò il decadimento dell’antica Zelve per lasciare il posto a Yeni Zelve (o Aktepe).
Una segnalazione per il villaggio-fortezza di Uçhisar, dove si può ammirare dall’alto tutta la valle di Göreme.
Non si può lasciare la Cappadocia senza avere vissuto l’esperienza di un viaggio in mongolfiera all’alba: un’emozione unica osservando sotto un paesaggio dalle mille meraviglie e dai contorni fiabeschi.
Sempre in Cappadocia, nello storico caravanserraglio di Saruhan, citazione per la cerimonia dei Dervisci rotanti nata dall’ispirazione di Mevlana Celaleddin Rumi, che predicava l’amore, la carità, l’umiltà, l’uguaglianza e la tolleranza. La cerimonia simboleggia l’ascensione spirituale e il viaggio mistico dell’essere umano verso la «perfezione». La danza rituale, in sette fasi, è uno degli spettacoli più ipnotici al mondo con un’orchestra di strumenti tradizionali che accompagna i danzatori, tutto attorno solo il silenzio. Grande emozione per gli spettatori che assistono a questa cerimonia, che fa parte della tradizione turca.
Idee
Pamukkale
Il castello di cotone
Sorprendente. È l’aggettivo più utilizzato dal viaggiatore che, in Turchia, faccia tappa a Pamukkale - in turco significa «castello di cotone» - per vedere le cascate pietrificate, che sono il frutto delle sorgenti minerali calde, i cui depositi calcarei si sono accumulati per millenni.
Le sorgenti erano già conosciute dai Romani, che qui fondarono la città termale di Hierapolis, ancora oggetto di scavi archeologici. A una decina di chilometri da Pamukkale il viaggiatore può ammirare i resti della città di Laodicea, dove si trovava una delle sette chiese dell’Apocalisse.
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