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«Non solo ristorante», ma anche «bar degusteria» e «luogo ideale dove tradizione ed innovazione si incontrano»: questo il programma enunciato dal sito web, mentre scorrono le immagini del curatissimo giardino con piscina, del barman che prepara un cocktail, dei tavoli apparecchiati sotto gli alberi, le sale per il pranzo, per le feste, i convegni, i banchetti. Una grande struttura alle porte della città ricavata, con buon gusto e misura, in una corte contadina: la sala col camino, quella coi soffitti in mattoni a volta e le colonne dove c’era la stalla, il moderno portico chiuso da vetrate che si affaccia sul prato. Mezze tovagliette in plastica, tavoli moderni e sedie comode, mille lucine al soffitto e subito il menu e la carta dei vini che propone una buona selezione di etichette di vignaioli parmigiani, una discreta scelta dalle regioni italiane, l’inevitabile, ricca sezione degli champagne, mezze bottiglie, prezzi attenti.
Come da anticipazione del sito, la cucina propone cose del territorio (i nostri salumi, tortelli e anolini in brodo), poi piatti dalla tradizione regionale italiana e di pesce seguendo la controllata fantasia del cuoco. In attesa degli antipasti, ecco uno spicchio di pecorino giovane e miele come benvenuto della cucina, quindi la vellutata di zucca, cremosa e dal gusto pieno, con tocchi di baccalà (un po’ salato) scottato al rosmarino, poi la tartare di manzo piemontese dal sapore delicato con capperi, misticanza e un inconsueto tuorlo d’uovo fritto. Altri antipasti erano i salumi e il culatello di Zibello, flan di Parmigiano, crocchette di porcini su fonduta di Taleggio, torta fritta e giardiniera della casa.
Ai primi non soddisfano i pisarei con vellutata di fagioli e cozze: duretti i pisarei, la vellutata impasticcia che appesantisce il tutto, le cozze vi si perdono dentro insieme al loro sapore; meglio le tagliatelle al carbone vegetale saltate con aglio, olio e peperoncino e una generosa tartare di gambero rosa che dà gusto marino al piatto. E ancora: tortelli d’erbetta o di zucca; anolini in brodo di cappone; pappardelle ai porcini e fonduta ai formaggi di malga; paccheri con culatello, rucola, pomodorini e fonduta di Taleggio.
«Porca vacca» non è qui un’imprecazione, ma un modo, almeno bizzarro, per indicare una tagliata di maiale Pata negra e una di manzo Black Angus: separati nel piatto dalle patate arrosto, era succosa la carne di maiale, troppo cotta quella di manzo. Solo discreto il tonno scottato in crosta di sesamo con crema di patate al wasabi e miele. E ancora: polpo all’isolana; salmone al macadamia con coulis di spinaci; tagliata di bisonte; costine di maiale cotte a bassa temperatura e poi grigliate; terrina di cavolfiore con salsa Mornay (besciamella con panna, formaggio e uova).
Si conclude il pranzo coi sorbetti della casa, col gelato allo zabaione e pezzetti di sbrisolona o con quello alla crema e frutti di bosco caldi; con la torta di pane con uvetta, caramello e gelato al fiordilatte; con un dolce budino alla vaniglia e zucchero di canna caramellato, fragole, lamponi e alchechengi. I prezzi: coperto 3 euro; antipasti 12-16; primi 10-14; secondi 16-26; dolci 5-6. Ingresso, bagni, parcheggio comodi.
Tagliatelle al carbone vegetale
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