Patrizia Celi
C’è anche un po’ di Parma nelle nuove linee guida sulla gestione della sincope pubblicate recentemente dalle più prestigiose società cardiologiche americane: American heart association, American college of Cardiology e Hearth rhythm society.
Ben tre studi di ricerca svolti dalla struttura di Pronto soccorso e Medicina d’urgenza dell’Azienda ospedaliero universitaria di Parma, diretta da Gianfranco Cervellin, sono stati incorporati nelle linee guida, in particolare per quanto riguarda le raccomandazioni sui soggetti con rischio intermedio. “Si tratta di persone che, dopo una perdita di coscienza improvvisa, devono essere monitorate prima della dimissione dal pronto soccorso perché, pur non avendo malattie gravi come una cardiopatia severa, non possono essere considerate solo colpite da un evento lieve come uno svenimento giovanile” spiegano i ricercatori Filippo Numeroso e Gian Luigi Mossini, che coordinano gli studi della struttura su questo argomento. “È per noi una grande soddisfazione vedere le nostre ricerche incluse in questo prestigioso documento che, al pari di quello emanato dalla Società europea di Cardiologia atteso nel 2018, riassume le maggiori evidenze scientifiche sull’argomento” sottolineano gli specialisti. Oggi nel mondo si stima che dopo una sincope siano ricoverati circa il 50% dei pazienti, che permangono in ospedale anche per una settimana, per poi essere dimessi nella metà dei casi senza una diagnosi precisa. “Per evitare ai pazienti il disagio di un ricovero o rischiare di dimettere persone a rischio di complicanze, abbiamo svolto studi osservazionali per identificare la fascia di rischio intermedio, che può necessitare di monitoraggio in “osservazione breve” e non di ricovero” spiegano Numeroso e Mossini. Queste persone, selezionate alla dimissione dal Pronto soccorso, sono visitate e monitorate presso la “Syncope Unit” della struttura di Medicina d’urgenza del Maggiore, un ambulatorio dedicato alla sincope attivo dal 2013, in cui si svolgono esami approfonditi con l’ausilio di strumentazioni tecnologiche d’avanguardia, acquisite con il sostegno delle Fondazioni Monte Parma e Cariparma. Dall’inizio del 2017 questo centro è stato riconosciuto ufficialmente dal Gimsi, il Gruppo italiano multidisciplinare per lo studio della sincope.
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